RADIO CLASSICA ‘IL PIANISTA’.

Tuesday, October 22nd, at 7PM Italian time, Sandro Ivo Bartoli will be again the protagonist of Radio Classica’s ‘Il Pianista’, the popular programme hosted by Luca Ciammarughi. The second and last part of the interview will cover topics as diverse as the role of a modern concert pianist, the figure of Ferruccio Busoni, a look at the Italian piano literature of the early Twentieth Century, and insights into the pianist’s working methods. Music performed will include works by Busoni, Respighi & Chopin. The show will be aired again at 11PM and on Sunday here: http://www.radioclassica.net/

Umberto Padroni reviews “Liszt-Busoni: Transcriptions” on SUONO MAGAZINE

Liszt, Busoni
Transcriptions
Sandro Ivo Bartoli, pf.
Classica – Generica
Brilliant
catalogo: 94200
durata: 79’25
Anno di uscita: 2011
Recensito su Suono n° 454 del 7-2011
C’è chi definisce la revisione, la parafrasi, o la trascrizione per diverso ambito strumentale “musica al quadrato”, dato che il testo originale è sottoposto alla elevazione che, nell’alterazione, spesso ne potenzia in qualche modo la struttura. Nella maggior parte dei casi le attenzioni che i trascrittori rivolgono alla pagina originaria, animate dalle migliori intenzioni, sono accattivanti, e giungono, nei casi più fortunati, a rivelarne persino aspetti sottaciuti. Nel passato questa attività ebbe indiscutibili riflessi promozionali.Musica al quadrato; ma nel caso di questo brillante ricco CD pianistico di ottimo suono, sembra legittimo parlare di musica al cubo, quando i sei spartiti di mano di Franz Liszt (Études d’éxecution trascendante d’après Paganini, 1838, dedicati all’ingrata Clara Schumann) originati, giusto il titolo, da Capricci per violino solo di Paganini (1782-1840), sono stati affrontati, a loro volta, da Ferruccio Busoni (1866-1924), che nella sua opera sapiente, ne rivide il testo alla luce di una ricerca sullo strumento, che interessò senz’altro il tessuto musicale, ma anche la tecnica fino alla meccanica, e il “linguaggio”. (Franz Liszt accorse ad ascoltare Niccolò Paganini una prima volta a vent’anni; al termine della serata, galvanizzato e affascinato, mormorò che se fosse stato possibile realizzare sulla tastiera del pianoforte il prodigio virtuosistico appena udito, lui ci sarebbe riuscito).Segue la grandiosa trascrizione pianistica di Busoni (1897) operata sulla gigantesca Fantasia e fuga (Ad nos ad salutarem undam, 1850) su un tema tratto dal Profeta di Meyerbeer, che Liszt compose per organo. Completano il CD la Rapsodia Ungherese n.19 e il Mephisto Waltz n.1 “Der Tanz in der Dorfschenke”trascritto dalle composizioni orchestrali per il Faust di Nikolaus Lenau.Sandro Ivo Bartoli integra con una tastiera eloquente e di colori smaltati l’arte dei suoi due grandi mentori.Umberto Padroni

Gian Paolo Minardi reviews “Respighi: Works for piano and orchestra” on CLASSIC VOICE

Opere per pianoforte e orchestra
direttore Michele Carulli
orchestra Staatsorchester des Sachsische Landesbühnen
cd   Brilliant Classics 94055

Nel prudente sollevarsi del velo d’oblio che ha lungamente avvolto i nostri compositori del primo Novecento, quelli della “generazione dell’80” in particolare, tesi verso la cosiddetta “sprovicializzazione” e all’emancipazione della nostra musica dal giogo melodrammatico, non senza interesse affiorano le due composizioni di Respighi proposte da questo disco. Opere, appunto, rimaste nell’ombra rispetto ad altre partiture del compositore bolognese, Pini e Fontane di Roma soprattutto, le cui fortune non hanno mai conosciuto oscuramento, vuoi per quella particolare atmosfera di “impressionismo all’italiana” che per l’indubbio stimolo che l’abilità dell’orchestratore esercita sulle ambizioni virtuosistiche di molti direttori. Il riascolto della Toccata  e del Concerto in modo misolidio ci conferma come, rispetto anche alle ben più motivate creazioni operistiche, il rapporto con la nostra tradizione più lontana coltivato da Respighi fosse più pretestuoso che non profondamente innervato nel crogiolo creativo, come invece sarà per Pizzetti e Malipiero e, in maniera ancor più sciolta in Casella. Per dire come le etichette applicate ai Concerti e al Quartetto,  “gregoriano”, “misolidio”, “ dorico” e via dicendo  appaiono modelli sovrapposti ad un discorso ancora radicato nella tradizione sinfonica tardo ottocentesca, riplasmata  su movenze barocche non meno artificiose; e così per il pianismo, denso e sontuoso, virtuosistico anche, che avrebbe trovato, per il Concerto, interpreti prestigiosi quali Zecchi e Horowitz. Istanze peraltro impegnative di una scrittura manierata che vengono corrisposte con sicurezza dal pianismo solido di Sandro Ivo Bartoli.di Gian Paolo Minardi